L’ultimo oceano. (Perché queste pagine e un sito)

Uomini hanno scalato le montagne più alte, oltre gli Ottomila metri, e sono tornati. Altri li hanno seguiti. Oggi esistono “agenzie” che propongono e organizzano la salita di queste vette, e sono centinaia le persone che si avventurano a scattare fotografie dal tetto del mondo.

Uomini hanno navigato i mari e gli oceani, e circumnavigato il globo, e pestato le sabbie delle isole del Pacifico, e sciato le nevi artiche, e raggiunto e attraversato il continente Antartide.

Uomini sono stati lanciati nello spazio, e altri li hanno seguiti, e sono ormai centinaia. Una dozzina hanno passeggiato sulle rocce della Luna. Oggi sono in vendita “biglietti” per gite su navi spaziali spinte da fiammeggianti missili vettori.

I satelliti artificiali e gli aerei hanno fotografato ogni angolo del nostro pianeta, e basta avere un computer e tutta la Terra appare sullo schermo, con mappe dettagliate, e i nomi delle vie, e fotografie di città e monumenti.

Pochi ormai riescono a perdersi e a vagare senza direzione: c’è sempre il segnale GPS, che indica la rotta, che recita la latitudine e la longitudine.

Si può sempre sapere dove ci si trova.

Eppure, ciascuna e ciascuno, nel profondo della propria mente e del proprio cuore, può dire di conoscere veramente sé stesso?

<<Conosci te stesso>> recitava una famosa iscrizione collocata sul tempio di Delfi e, ancora oggi, conserva intatta la sua attualità.

Per questo scrivo le note di questo blocco, perché la scrittura delle mie pagine, la riflessione, la lettura dei vostri commenti, sempre riconducono a esplorare la realtà interiore e il mio mondo, e a conoscere meglio il mondo attorno, il vostro mondo. A comprendere meglio la realtà tutta intera, e insieme a scorgere il dettaglio più profondo, più personale e più delicato.

A cercare passo dopo passo nuovi orizzonti da pensare, nuove regioni calde e luminose da sentire sulla pelle e nel profondo, nuovi incontri e parole e letture da condividere.

L’ultimo oceano ancora inesplorato è dentro di te.

3 pensieri su “L’ultimo oceano. (Perché queste pagine e un sito)

  1. Non credo proprio che i commenti altrui servano a molto, se non a distrarti dai tuoi, per un tempo più o meno variabile. Per esplorare l’oceano ancora inesplorato dentro di te ti conviene cercare di meglio. Che so, impara a nuotarci e a fare il morto per riprendere le forze, molto meglio.

    • Sicuramente imparare a nuotare è il primo passo. Riguardo ai commenti, tutto dipende dalla loro qualità: possono essere una perdita di tempo, ma potrebbero anche rivelare punti di vista e intuizioni nuove. Il nostro oceano comunica con gli altri oceani.

    • I commenti non sono mai una perdita di tempo, e anzi sono sempre una opportunità. Ad una condizione, sia chiaro: che siano commenti autentici, generati da emozioni genuine, da domande e dubbi suscitati dal testo proposto, da esperienze vissute in prima persona, da riflessioni sviluppate con cura.
      I commenti diventano una opportunità per chi li legge e per chi li scrive.

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