Essenziale

In questi giorni sto lavorando a una ricerca, e studiando e cercando testi per poterla sviluppare. Anche stamane il corriere mi ha consegnato un libro che avevo ordinato ieri, e sarà utile, anche se non affronta il tema dalla prospettiva che intendo sviluppare. Sto scavando, facendo ricerche, per trovare interlocutori con cui dialogare, magari a distanza, magari solo leggendo i testi che hanno scritto.
Per dire qualcosa in proprio, per scrivere qualcosa che abbia un senso, è necessario mettersi alla ricerca di quello che altri hanno detto e scritto, per trovare convergenze e magari conferme alle proprie ipotesi, oppure, al contrario, per rinvenire le divergenze, e metterle a fuoco, e meglio chiarire la propria posizione a confronto di quella altrui.
Alla fine si tratta, ancora una volta, di cercare l’essenziale. Si tratta di seguire, ancora una volta, quella che considero la mia strada, e per farlo ho deciso di ricavare spazio interiore e tempo da dedicare alla riflessione e allo studio.
Le domande essenziali che si pongono a chi non vuole essere solo l’ennesimo codice fiscale da inserire nel modulo predisposto sono chiare, e conviene riproporsele, e farlo seriamente, e mettere a fuoco ancora una volta le risposte, e controllare se le risposte che abbiamo segnato in agenda sono solide, pensate, autentiche.
Una delle domande più puntuali è la seguente: c’è corrispondenza tra quello che voglio e penso di essere (attenzione, penso sul serio, e questo implica che abbia veramente investito tempo per pensare e meditare); tra quello che dico, a me stesso e agli altri, di fare ed essere; con quello che poi effettivamente faccio e vivo concretamente nel giorno presente?
Ebbene, se la distanza è ancora rilevabile, che si vuole fare? Gettare la spugna?
Personalmente, ogni volta che colgo una qualche distanza, dico a me stesso: fai un passo, oggi, adesso.

Il fuoco e la prova

 

Il fuoco dice la verità. Il fuoco è sincero. Il fuoco è diretto.

Se la legna è asciutta lo dice chiaro, e la fiamma è vivace, e si espande rapida, e scalda intensamente, e danza possente. Se invece la legna è di cattiva qualità, se è mezza marcia, oppure, se è ancora fresca del taglio, se non è maturata per mesi nella legnaia, la fiamma lo dice. Non arde bene, non prende, fatica, e sbuffa fuori l’acqua sotto forma di vapori candidi.

Il fuoco mette in luce l’essenziale, lo tira fuori bruciando le scorie.

Minerale grezzo diventa ghisa, capace di resistere, di assumere e mantenere una forma, di diventare a sua volta acciaio e poi mille altre cose.

Il fuoco è in grado di affinare ciò che è rozzo, è in grado di distillare, di separare, di distinguere.

E’ iniziato un nuovo anno. Abbiamo polmoni per respirare. Le parche ci hanno concesso altro tempo, e quel che ne faremo dipende da noi. Solo da noi.

Nostra è la responsabilità. Nostra la scelta.

Il metallo si purifica con il fuoco. Ebbene, questo è il momento di fare chiarezza e vedere di quale materiale è fatta la nostra vita, assediata da mille cose superflue e impegni non autentici, fasulli, vuoti. A noi la scelta: stare a soffocare, oppure mettersi a cercare ciò che è importante, veramente, per noi.

Il metallo si purifica con il fuoco. Detto chiaro: con il coraggio di analizzare a fondo la nostra vita per vedere ciò che resiste, ciò che conta, ciò che è essenziale. Il coraggio di conquistare la consapevolezza, il coraggio di sognare un nuovo orizzonte, il coraggio di dare fondamenta a quel sogno e di affinare azioni conseguenti.

Il fuoco dice sempre la verità.